lunedì 19 agosto 2013

Arte e società

Nella nostra società la funzione formativa dell'arte è delegata alla scuola, però prima e dopo il periodo dell'obbligo restano ancora enormi vuoti da colmare.

Nella fase prescolare, dai due ai sei anni, il bambino possiede grande lucidità negli apprendimenti, che gli saranno basilari per gli sviluppi successivi, ma spesso viene abbandonato a se stesso tra ghirigori insignificanti e stereotipi deprimenti.

Gli adulti che gli stanno intorno non hanno la preparazione adeguata per avviarlo alla creatività, iniziando col fargli tracciare, linee, segni e forme, tra il fare giocoso e la gradualità dell'impegno.

Poiché, in questa fase che si svolge tra le mura domestiche, il bambino apprende imitando, credo che sarebbe una grande innovazione socio-culturale se l'Amministrazione Comunale promuovesse momenti formativi per i genitori coinvolgendo inizialmente gli artisti presenti in questa rassegna e successivamente invitando esperti.

L'altro grande, immenso vuoto dell'arte nei nostri paesi lo si constata dopo il completamento dell'obbligo scolastico, da quindici anni alla vecchiaia. Il poderoso potenziale creativo che la comunità possiede, se non ha alcuna guida, se non ha un indirizzo utilitaristico e umanizzante, si perde e la comunità impoverisce e si degrada.

Che fare?
Cosa si può fare per incentivare la creatività degli adulti?
Tantissimo!

La rassegna voluta e promossa da Nino Spera, patrocinata dall'Amministrazione Comunale, col contributo della Pro Loco e dei commercianti locali è un esempio ammirevole che deve diventare un punto di partenza per ulteriori traguardi, ma se tutto finisce con la chiusura della mostra, si è perso soltanto del tempo.

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