mercoledì 1 settembre 2010

Architettura e vegetazione. La fioritura a Vico del Gargano

Corso Umberto, fioritura sul pluviale.via Mattiuccivia Di Vagnovia Don SimeoChiesa del PurgatorioPalazzo Della Bella, doccione fiorito
Scorcio del Palazzo Della BellaTorre in via Salita Della BellaScalinata, Palazzo Della BellaMuretto in v. Salita Della BellaVia Salita Della BellaCunetta, Palazzo della Bella
v. Dott. Mastromatteovia Dott  MastromatteoMunicipioVia Matassa, scalinata di Andreucciovia MatassaArchi in via Cilenti
Castello normanno, porta ovestIl MaschioTorre federicianaScorcio da vicolo MastrodattoFioritura in v. MastrodattoFioritura in via S. Martino
Nella orchestrazione delle immagini che compongono la nostra città, la vegetazione dovrebbe avere una visibilità rilevante, considerato lo stretto rapporto che la lega alla Foresta Umbra dai primi insediamenti preistorici a tutt'oggi.

Se nel passato la foresta ha offerto il legno, uno dei due materiali delle costruzioni tradizionali vichesi, ora che nelle progettazioni contemporanee la vegetazione è diventata una componente estetica in continua espansione, è opportuno avviare un dibattito sulla possibilità di ampliare il verde della natura nel tessuto urbano.

La città arricchita dal verde assumerebbe una caratterizzazione più garganica e costituirebbe un preludio alle imponenti scenografie della foresta.

L'esposizione delle foto, nella saletta dell'arte del bar Pizzicato, documenta uno dei momenti più belli del nostro centro storico quando la primavera infiora i muri ridisegnati dal tempo. La cinta muraria, il castello normanno e le torri ricoperti di fiori e piante diventano esuberanti giardini verticali naturali.

I giardini verticali nell'architettura contemporanea, Patrick Blanc e il Gruppo Triptyque

Il sito web Mur Vegetal di Patrick Blanc e quello del Gruppo Triptyque dimostrano significativi interventi sulle possibilità dell'espansione della vegetazione nella città.

Il giardino realizzato da Patrick Blanc per il CaixaForum a Madrid, non è una semplice riproposizione verticale dell'orto botanico giusto di fronte, ma diventa ambientazione temporale dovuta al riuso dei vecchi mattoni della fabbrica preesistente con l'acciaio pre-arrugginito in alto nella facciata.

Il gruppo Triptyque non usa impalcature metalliche per realizzare i giardini verticali, ma inserisce nel tessuto murario le piante, come quelle che decorano la facciata della progettazione "Harmonia 57" Sao Paulo, Brasile.

A Vico, in alto sui muri, i fiori spontanei sopravvivono negli anni, ma quelli più in basso, spesso, vengono estirpati. Nelle alzate della scalinata in Corso Umberto 111, in primavera rifiorivano dei mini giardini verticali. Quest'anno sono stati trattati col diserbante, ora c'è dell'erba secca.

Valorizzare ciò che la natura ci offre è compito oculato di chi è preposto alla orchestrazione dell'immagine della nostra città. Le alzate piantumate a giardino potrebbero costituire degli aspetti che rafforzerebbero il legame con i boschi e le pinete del nostro territorio. I calpestii degli scalini apparirebbero sospesi e si avrebbe la sensazione di camminare sui fiori senza calpestarli.

Galleria fotografica fioritura a Vico del Gargano

lunedì 16 agosto 2010

Immagini a confronto e finalità del blog.

La ricognizione e la documentazione delle espressioni vernacolari spontanee del costruito ancora presenti nel Gargano è un'urgenza culturale pressante da promuovere poiché queste testimonianze del costruire popolare vengono distrutte continuamente e quotidianamente.

Queste forme genuine, uniche, non sono tutelate chiaramente dalle leggi dello Stato che, invece, delegava ai singoli comuni l'individuazione e l'elencazione con indagini attente per la loro conservazione. La lettura dell'architettura popolare non è mai stata fatta con la gente, né in particolare con gli abitanti delle zone storiche, i quali comprendendone il valore ne sarebbero diventati i più attenti tutori.

Castelli, torri, chiese, palazzi nobiliari, portali sono valori già acquisiti; anche un qualsiasi pezzo di pietra con un minimo di decorazione viene conservato da tutti. Ma i comignoli in pietra, le grondaie di embrici e di coppi, le mensole grezze ai lati delle finestre e quella lunga in pietra sull'architrave della porta, gli opus incertum dei muri, gli scalini che si espandono verso l'alto, il lavatoio scolpito per terra accanto all'uscio di casa, gli andamenti ritmici appena accennati delle pavimentazioni ci appaiono brutti e non sono tutelati.

Brani minori dell'architettura minore, espressi senza regole codificate, rozzi e storti e per questo disprezzati ed odiati, rischiano di essere smantellati da chi vede nello squadrato, nel rettilineo, nelle superfici levigate, nella simmetria, nell'ordinato seriale, l'unica estetica valida che possa dar valore ai quartieri storici del Gargano.  

Al contrario, Bruno Zevi scrive: "La poesia stregata dell'architettura popolare del sud dipende dalla deformazione, dall'istintiva ostilità per il filo a piombo, per la riga, la squadra ed il compasso. […] Archi nient'affatto tondi, tetti sbilenchi, angoli obliqui, divergenze e curve approssimative […] ed ancora panciuti muri a pietrame […], le gobbe ed i contorcimenti rusticheggianti". 
Ed anche Benincasa spiega: "La deformazione è l'impronta delle mani che plasmano amorosamente un oggetto".  

L'obiettivo di questo blog è essere un punto di partenza per raccogliere le diverse espressioni popolari ancora presenti nei paesi del Gargano. L'invito alla partecipazione diventerebbe un arricchimento reciproco, utile negli interventi restaurativi sia dei progettisti che degli Uffici Tecnici Comunali.

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Citazioni da "Dialetti architettonici", Bruno Zevi, 1996.