sabato 4 giugno 2011

Onde bianche di pietre

Pavimentazioni per Vico, ONDE BIANCHE di pietre.

Onde bianche di pietre è un'esposizione che esalta la solarità della Puglia e le tradizioni costruttive delle pavimentazioni vichesi.

Solarità particolarissima quella del Gargano che diventa accecante sui costoni di roccia bianca a picco sul mare.

Onde e selceSolarità che ondeggia lungo le strade dove la roccia tagliata lascia vedere le sue stratificazioni, i suoi corrugamenti, le sue fratture, i suoi ritmi e il suo sereno inarcarsi disegnato dalle parabole verdi dei muschi e dalle righe della selce nera.

Valle D oro Km 4

 

Solarità surreale poiché riflessa dal basso nelle strade di campagna ricoperte da brecciame bianco e in alcune vie del paese lastricate con basoli calcarei irregolari, come si vede nelle vecchie fotografie di corso Re Umberto, a Vico.

Solarità che potrebbero apparire un inutile lirismo, mentre al contrario essa è un principio ineludibile, poiché va posta a fondamento nelle progettazioni architettoniche del Gargano. Se non si parte dalla luce del nostro territorio si progetteranno tenebre e fuori luogo.

Via Castello con i quadratini

Se non si parte dalle forme presenti nelle stratificazioni delle rocce( landform architecture ), con le loro infinite varianti grafiche si progetteranno quadrettature elementari, omologanti, prese dai cataloghi, comodissime nel progettare pavimentazioni con l'uso delle palette, di pattern e delle textures dei computer, ma estranee ai nostri paesi.

Con l'utilizzo dei basoli tagliati a squadro, prodotti in serie dalle segherie e posti in opera nelle nostre strade c'è l'avvilimento della creatività manuale delle nostre maestranze, c'è l'annullamento della rielaborazione della tradizione, della composizione libera, del gesto che traccia segni e nuove immagini.

Percosrsi facilitati via Del Conte

Il progetto di pavimentare corso Re Umberto con pietra lavica e sampietrini è terrificante e straniante poiché ignora la roccia che affiora nel paese e le diverse tipologie di pavimentazioni storiche esistenti nei vicoli poco distanti dal corso ove si stanno realizzando i lavori, con grave danno delle nostre identità. Il barbarismo architettonico in atto, è ossessivamente ripetitivo per il rigido schematismo dei sampietrini, che non fa parte del nostro vernacolo costruttivo, fatto invece da sequenze di riquadri imperfetti, scritti con le frasi sciolte degli “opus” incerti, ingentilite da brevi cadenze ritmiche, composte dalle antiche maestranze locali. Per noi camminare sui nostri “opus”, sui riflessi dorati dei basoli delle nostre cave, sulla candida roccia del Gargano, sulla luce abbagliante che viene dal basso, è rilettura continua del nostro passato e della nostra cultura materiale a cui non possiamo rinunciare. Chi ha il POTERE decisionale non continui ad ottenebrare la nostra città con la pietra lavica, nel secondo tratto di corso Re Umberto e in via Di Vagno, non ci condanni a camminare su lastricati tenebrosi, sul nero angosciante e sui cupi sampietrini.L' orditura funerea degli “archi contrastanti” non è della Puglia, non è del Gargano, non è vichese.

(Estate 2008. Gianni De Maso)